MATTEO ATTRUIA
(Italia)
vive e lavora dappertuttolives and works everywhere
We____Me (Welcome) - 2022
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We____Me (Welcome) - 2022
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“Nella produzione di Attruia è ricorrente l’impiego della parola scritta, sotto forma di neon, insegna luminosa, targa commemorativa o cartello stradale. In ciascuno di questi impieghi le opere non sono dotate di un’estetica propria e originale, ma riprendono le stesse caratteristiche grafiche e dimensionali di dispositivi che già esistono e possiedono una funzione. L’uso della sua parola - potremmo dire - si sovrappone alla realtà degli oggetti e ne è in qualche modo la parafrasi non ordinaria, frutto di un pensiero laterale, derivativo e deviante”. Ne risulta una girandola di paradossi, il cui registro tragicomico si modula di volta in volta diversamente: sardonico, ironico, polemico, caustico, radicale ma altrettanto lieve.
Mutilando il termine convenzionale che significa l’accoglienza e la socializzazione, We____Me genera una proliferazione semantica che, lungi dall’attenuare il significato del messaggio, lo estremizza (e lo ridicolizza) al limite dell’identificazione del (pronome) collettivo con il (pronome personale. La comunicazione è così rivoltata in sberleffo, in una serietà sorridente che, come in altre opere, “mostra e denuncia alcuni degli inganni che l’apparenza, il pensiero ordinario e il rispetto pedissequo delle gerarchie gnoseologiche possono tenderci”. Daniele Capra
courtesy l’artista
www.matteoattruia.com
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“Attruia’s works usually employ words as written on neons, light signs, memorial tablets, traffic signs. Such works don’t carry an original, own aesthetics, but resume the very same graphics and size features of already existing devices and their functions. In doing so - it would be said - the artist overlays his word onto the real objects, thus giving it the role of a kind of not ordinary paraphrase, out of a lateral, derivative, and deviant thought”. This feeds a whirlwind of paradoxes, whose tragicomic record takes time and again different nuances: sardonic, ironic, polemical, pungent, radical, albeit always light.
By maiming the conventional word for acceptance and socialization, We----Me engenders a semantic proliferation that, far from weakening the content of the message, extremes (and thus ridicules) it by identifying the collective (pronoun) with the singular (pronoun). The communication is so turned into mockery, a smiley seriousness that “expounds and complains some of the trickeries that appearance, the common sense, and a slavish deference to gnoseological hierarchies, may deliver”. Daniele Capra
courtesy the artist
www.matteoattruia.com