ANTONIO GUIOTTO
(Padova - IT 1978)
vive e lavora a Composanpiero - ITlives and works in Camposanpiero - IT
Trasformazione di un libro preso a caso dalla biblioteca di casa
- 2015
installationlibro, bicchiere d’acqua
13x20x16
Processing of a book randomly chosen from home bookcase
- 2015
installationbook, water glass
13x20x16
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Hai le mani d’oro - 2024
sculturacemento, foglia d’oro
24x6x17
You have golden hands - 2024
sculptureconcrete, gold leaf
24x6x17
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Uno stipendio fisso 1, 2, 3 - 2022
installazionemorsetto e monte
51 x 14 x 3 - 15 x 6 x 2.5 - 8 x 26.5 x 2.5
Antonio Guiotto: “Sai cosa mi piace dell’essere un artista? Che posso fare quello che voglio, come voglio, dove voglio e, soprattutto, se lo voglio. Ma essere un artista per me non è sufficiente: io voglio essere Antonio Guiotto che fa l’artista, e solo nel momento in cui decido di farlo. Per il resto del tempo posso essere altro.” (dall’intervista con Daniele Capra). Le parole che precedono sintetizzano un atteggiamento ribelle alle classificazioni (dell’artista e dell’opera) e alle mercificazioni conseguentemente inevitabili. In una parola, rivendicano anarchicamente indipendenza e libertà senza condizioni. Di qui, l’eterogeneità radicale della produzione di Guiotto, che impedisce di congelarlo in uno
stile, ma al contempo lo rende riconoscibile per la mancanza di stile. Già, anche il proteiforme è una qualità ben distinta, e Guiotto ci sta a suo agio. Inutile, quindi, trarre generalizzazioni dalle installazioni in mostra, che tuttavia si lasciano leggere agevolmente: mani preziose e callose, strumenti da operaio, un libro (non letto o già letto?) avviato al macero dall’acqua. Il registro è il valore personale e culturale (elevato) dell’artista e il suo lavoro (umile e mal ricompensato), una metafora autoironica sorridente e irridente rivolta al sistema dell’arte da chi se ne tiene fuori perché vuole solo “essere felice”.
courtesy Marina Bastianello Gallery
https://www.marinabastianellogallery.com
https://antonioguiotto.work
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Antonio Guiotto: “Do you know what I like of being an artist? It’s that I can do whatever I
want, where and when I want, and first and foremost if I want. Though, to be an artist is not enough for me: I want to be Antonio Guiotto behaving as an artist, and only at the moment I choose to behave as such. For the rest of time, I can be something else”. (excerpt from the inerview with Daniele Capra).
These words summarize a rebellious attitude to
all classifications (of the artist himself and his work) and to all ensuing, unavoidable, market commodifications. Shortly said, they anarchically claim unconstrained independence and freedom. Therefrom, the radical heterogeneity of Guiotto’s works, that forbids to freeze him within a given style, while paradoxically making him recognizable because of his lack of a style. Yes, since even the protean is itself a distinctive feature, and Guiotto is obviously well at ease with it. But while the shown installations do not warrant any generalization, the work itself is quite easily readable: precious and callouses hands, work clamps tightening a few coins, and a book (unread or already read?) booted to the shredder by water, shape a self ironic, both smiling and scornful, metaphor addressed to the art system by someone who has decided to stay out of it because all he wants is “to be happy”.
courtesy Marina Bastianello Gallery https://www.marinabastianellogallery.com
https://antonioguiotto.work
A fixed wage 1, 2, 3 - 2022
installationclamp and monte
51 x 14 x 3 - 15 x 6 x 2.5 - 8 x 26.5 x 2.5
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