ANNA RAIMONDO
(Napoli - IT, 1981)
vive e lavora a Bruxelles - BElives and works in Brussels
Mediterraneo - 2014
video HD 16/9, 22’Mediterraneo - 2014
HD Video 16/9, 22’I minuti scorrono lenti, cadendo goccia a goccia in un bicchiere vuoto al centro dello schermo. La voce dell’artista, una voce di donna, ritma la sequenza ripetendo ‘Mediterraneo, Mediterraneo, Mediterraneo, Mediterraneo, Mediterraneo, Mediterraneo..’ per 20 minuti. Immagine ipnotica, magnificata dalla gocce che vanno riempendo il bicchiere e sollevando il livello del liquido. Cristallina e chiara all’inizio, la voce impercettibilmente si affatica, si spezza, si strozza, e infine svanisce annegando…Mare, che ingoia e rigetta, ruba e rende. Come l’erosione modella le coste che lambisce, una metafora dell’impatto culturale, sociale, politico sui popoli rivieraschi… …Lungi da un’eco meramente individuale, la voce ripete ‘Mediterraneo’ come un coro generatore di spazio…uno spazio atavico, in luogo di una fonte narrativa, o di una descrizione del mondo…Nella ‘poetica della profondità’*, che l’opera mira ad evocare, le esplorazioni dello spazio interiore e ambientale si fondono in una sintesi estremamente efficace, lasciando affiorare l’immagine sommersa di una memoria collettiva arcaica. Silvia Litardi
courtesy l’artista e Shazar Gallery, Napoli
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Minutes slowly roll by, falling drop-by-drop into an empty glass placed at the frame’s centre. The pace-setting artist’s voice, a woman’s voice, repeats “Mediterraneo, Mediterraneo, Mediterraneo, Mediterraneo, Mediterraneo, Mediterraneo...” for twenty minutes. An hypnotic image, magnified by the drop filling the glass and raising the liquid’s level. The initially crystal-clear, neat voice imperceptibly tires, breaks down, chokes, and finally drowns…Sea, which swallows and ejects, thieves and returns. Physical erosion shapes the coasts it laps upon, a metaphor for the cultural, social and political impact on the people living along them… …Far from being just an individual echo, the voice articulating “Mediterraneo” is a chorus generating space, rather than a source of narration, or a world’s description. It’s an atavic space…In the ‘poetic of depth’* at which this work aims, the explorations of the inner and the environmental spaces do tally with an extremely effective synthesis through which the submerged image of an archaic collective memory surfaces. Silvia Litardi.
*Édouard Glissant [1990], Poetica della Relazione, Quodlibet,
Macerata, 2007, p. 34
courtesy the artist and Shazar Gallery, Napoli
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Senza titolo (l’estraneo, l’acqua, e ciò che io sono) - 2013
performance nello spazio urbano - Londravideo HD 16/9, 3’
Untitled (the stranger, water, and what I am)
- 2013
performance in urban space - London
16/9 HD video, 3’
“Essere o non essere. L’identità è divenuta lo spazio politicizzato per eccellenza, ma anche uno dei più scivolosi. In contrasto con la classica ricerca dell’essere, le teorie femministe post-strutturaliste sostengono una concezione cangiante, mobile, portatile dell’identità. E per reazione alla psicologia classica, dimostrano che categorie statiche sono sintomo di patologie, mentre energia e salute siedono con l’assenza di definizione. Raimondo è pienamente consapevole che ogni definizione è in sé un limite, una frontiera, qualcosa che unisce, ma al contempo divide, qualcosa di impermeabile. Un estraneo la annaffia con un secchio d’acqua ad ogni definizione dichiarata di sé stessa, donna, femminista, italiana, artista, in una metropoli come Londra…E ogni secchiata mima l’innocenza e la violenza del gioco. Ma ad ogni modo venire bagnato fradicio, venire battezzato, allude ai riti di passaggio, a fluidità, instabilità, cambiamento continuo. L’azione rappresentata affronta così uno delle più tormentate questioni del tempo: se oggi l’identità è il terreno di battaglia dello scontro politico, cosa aspettarsi dalla scoperta che non c’é più spazio per auto-definirsi?” Maria Inīgo Clavo
courtesy l’artista
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To be or not to be. Identity has turned into one of the most politicized spaces, but also a most slippery one. Post structural feminist theories defend a shifting, mobile, portable idea of identity in opposition to classic quests for being…In reaction to classic psychological theories, post-structural feminism demonstrates how fixed categories are symptoms of pathology while strength and health sit on the side of the lack of definition. Raimondo is aware that every definition is a limitation, a frontier in itself, something that unites but also separates, that can be impermeable. A stranger splashes her at each definition she declares about herself as a woman, as a feminist, as an Italian, as an artist, in a metropolis such as London…Each water bucket thrown on the performer carries the innocence and the violence of games. By the way, being soaking wet, being baptized, are themselves rites of passage, alluding to fluidity, instability, permanent changeability. The action here aims at approaching one of the thorniest issues of the time: if identity has effectively become the battleground of political confrontation, what should we expect when finding that no space for self definition is any longer available? Maria Inīgo Clavo
courtesy the artist
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