Experimentum
Crucis

MAURO CAPPOTTO


(Messina, IT - 1965)

vive e lavora Capo d’’Orlando - IT
lives and works in Capo d’Orlando - IT


Paesaggio_6 - 2015

fotografia su Dibond, resina, scala metallica - 190x80


Osservatorio - 2012

torretta in legno, scala - 50x80x90


Osservatorio - 2015 

inserito paesaggio, guarda il mare
fotografia inclusa in resina su alluminio

Landscape_6 - 2015

photography on Dibond, resin, metal shelf - 190x80

Observatory - 2012

wooden turret, shelf - 50x80x90

Observatory - 2015

included landscape, looking at the sea
photography included in resin on aluminum





L’Osservatorio di Cappotto si ispira a un’esperienza berlinese dell’artista, alle precarie strutture dalle quali gli abitanti del settore comunista della città cercava di osservare ciò che accadeva nel settore occidentale. Nella sua trasfigurazione, questo storico simbolo di libertà “diventa portale di una dimensione esplorativa, anticamera di altre che titanicamente si incontrano e si scontrano. È in pari tempo fonte e luogo di archiviazione, strutturazione di punti di vista e contingente destrutturazione degli stessi, consolidamento e nebulizzazione delle verità, del loro tempo, degli spazi in cui si cementificano…La povertà fisica e materiale di una struttura elevatasi a ricchezza spirituale sopra la quale consumare esperienze visibili e, soprattutto, immaginarie”. Luciano Armeli Iapichino.

Courtesy l’artista e Galleria Collica and Partners, Catania

www.collicandpartners.it

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Cappotto’s observatory was inspired by an experience in Berlin, by the precarious structures whereby those living under the communist regime tried to observe what happened in the Western side. In his transfiguration, this historic symbol for freedom “becomes the access to an explorative dimension, the antechamber of other dimensions that titanically meet and clash with one another. It is at the same time a source and the site of storage, structuration of points of view and their contingent destructuration, stabilization and misting of truths, of their time, as well as of the spaces where they cement…The physical and material poverty of a structure risen to spiritual richness on top of which enjoy visible and first and foremost imaginary experiences”. Luciano Armeli Iapichino.

Courtesy the artist and Collica and Partners Gallery, Catania

www.collicandpartners.it








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